Il Comunicato stampa
In questo momento di assoluta emergenza il buon senso dovrebbe imporci di gestire, quando e dove possibile, il rifiuto di origine urbana, prodotto da persone in quarantena, presso la propria abitazione nel modo più sicuro possibile, ovvero al pari dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo: questa è individuata come la modalità ideale dalle indicazioni dell’ISS. In Italia il settore della gestione dei rifiuti speciali, compresi quelli a potenziale rischio infettivo – come i rifiuti da COVID-19 – presenta vere e proprie eccellenze nazionali, abituate a trattare quotidianamente questa tipologia di rifiuti, in assoluta sicurezza sia per gli operatori coinvolti che per l’ambiente e la collettività.
Il Gruppo Eco Eridania, associato Confindustria Cisambiente, conta ben 11 società controllate con 33 filiali su tutto il territorio nazionale e può disporre di impianti di stoccaggio, termovalorizzatori e depuratori di proprietà o gestiti direttamente: grazie a questa capillare diffusione e a questa disponibilità di impianti è in grado contribuire insieme agli altri operatori della filiera la corretta gestione dell’attuale emergenza in totale sicurezza. Riteniamo, dunque, che le indicazioni dell’ISS andrebbero rese realmente applicabili:
• Il rifiuto prodotto dai soggetti positivi al tampone o in quarantena obbligatoria va trattato prioritariamente nella modalità “ideale” ovvero come rifiuto sanitario e solo in via subordinata ed emergenziale come rifiuto indifferenziato con raccolta dedicata quando gli Enti preposti verifichino la non possibilità di applicare la modalità ideale;
• Sul mercato non sono reperibili i DPI raccomandati mentre le aziende del settore devono essere considerate al pari di altri soggetti che svolgono servizi pubblici essenziali per l’accesso a forniture disponibili di fatto solo tramite la Protezione Civile e le Regioni;
• Occorrerebbe aumentare il tetto per ogni azienda del credito d’imposta per le attività di sanificazione;
Ci preme in ultimo segnalare che nessuno degli impianti di termovalorizzazione dove vengano smaltiti i rifiuti a potenziale rischio infettivo, riconducibili ad associati di Confindustria Cisambiente, ad oggi è mai stato chiuso dalle autorità competenti a causa del superamento dei limiti di emissioni consentite.