Rilasciato il Rapporto rifiuti urbani ISPRA

Lo scorso dicembre, prima della sosta per le vacanze natalizie, ISPRA ha rilasciato il consueto rapporto rifiuti urbani, riferito ai dati dell’anno 2020.

Il contenuto del Rapporto

Il Rapporto è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA[1].

ISPRA mira a fornire un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al Legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive.

In particolare, l’ultima edizione conferma la struttura ed il contenuto delle più recenti edizioni, contenendo i dati riguardanti la produzione, la raccolta differenziata, le modalità di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale, ed include, altresì, le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario.

Infine, presenta una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata all’anno 2021.

Le principali evidenze

Secondo i dati pubblicati, nel 2020, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si è attestata a 28,9 milioni di tonnellate, in calo del 3,6% rispetto al 2019 (-1,1 milioni di tonnellate).

La percentuale di raccolta differenziata si è attestata al 63% della produzione nazionale, con una crescita di 1,8 punti rispetto al 2019.

Nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19 abbia influito significativamente sui consumi nazionali e di conseguenza sulla produzione dei rifiuti, il sistema di gestione delle raccolte differenziate ha, quindi, garantito l’intercettazione dei flussi di rifiuti presso tutte le tipologie di utenze. Inoltre, circa il 51% dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata è stato inviato ad impianti di recupero di materia; il riciclaggio totale, comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico, si attesta al 54,4% e riguarda le seguenti frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno. 

Viene rilevato nel Rapporto che l’aumento della raccolta differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica, ma non tutte le regioni dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.

Infine, la normativa europea prevede ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e 2030 per i rifiuti di imballaggio che rappresentano uno dei principali flussi monitorati.

Nel 2020, il recupero complessivo dei rifiuti di imballaggio rappresenta l’83,7% dell’immesso al consumo, in aumento di oltre tre punti rispetto al 2019.Tutte le frazioni merceologiche presentano un incremento della percentuale, ad eccezione di acciaio e alluminio.

Con le attuali metodologie di calcolo, tutte le frazioni di imballaggi raggiugono gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025, ad eccezione della plastica.

Per il riciclaggio di tale frazione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha inserito tra le proprie missioni il miglioramento della gestione dei rifiuti come strumento fondamentale per l’attuazione dell’economia circolare, prevede fondi per il potenziamento dei sistemi di riciclaggio della plastica mediante riciclo meccanico e chimico in appositi “Plastic Hubs”.


[1] La realizzazione del rapporto risponde ad  uno specifico compito istituzionale prescritto dal Testo Unico Ambientale (Art. 189 del D.lgs. n.152/2006).

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