Consiglio di Stato: è necessario il dialogo con gli operatori per un sistema di tracciabilità dei rifiuti efficiente

Lo scorso Dicembre, il Consiglio di Stato si è espresso sullo schema di Decreto Ministeriale a firma MASE, riguardante il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, denominato RENTRI.

Con l’espressione del parere, il Consiglio di Stato invita il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ad effettuare gli approfondimenti necessari prima della pubblicazione; fra questi si citano: 

il costo della piattaforma, che “comporta non irrilevanti oneri economico-finanziari”: non saranno a carico dello Stato, ma verranno sostenuti con i contributi annuali versati dai soggetti obbligati all’utilizzo della piattaforma ( circa 1,2 milioni di imprese stimate); i giudici rilevano però critica l’indicazione contenuta nella relazione che accompagna lo schema di decreto, secondo cui “il raggiungimento dell’equilibrio finanziario del sistema si collocherebbe a circa 36 mesi dall’iscrizione della prima fascia di soggetti obbligati”;

la correlata esigenza di avere bollinatura della Ragioneria dello Stato sulla certificazione della solidità economico-finanziaria; 

la durata del regime transitorio, disposto dal regolamento e avente durata eccessiva secondo tale parere: in particolare, essendo, come noto, le modalità operative d funzionamento sono affidate a decreti direttoriali che al momento appaiono secondo i giudici “di incerta e futura definizione”, il CdS raccomanda al MASE di chiarire “con quale prevedibile tempistica e ordine logico-giuridico potranno essere assicurate e conseguite l’effettiva strutturazione, implementazione e messa a regime del nuovo sistema RENTRi e dei suoi supporti tecnici (hardware) e logici di programmazione (software)”.

Si vuole sottolineare come, tale passaggio, potrebbe far slittare l’approvazione del decreto ai primi mesi del 2023 . 

La valutazione complessive del CdS

Tutto ciò premesso, tali rilievi secondo il Consiglio di Stato “non appaiono tali da pregiudicare l’ulteriore corso dello schema”, ma andrebbero approfonditi “per dare al testo una maggiore compiutezza”.  A tal fine i giudici suggeriscono che sarebbe opportuno integrare nel testo  “i risultati delle sperimentazioni effettuate e del proficuo dialogo con gli operatori del settore” condotto dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali e tutt’ora ancora in corso.

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