“Limiti e Responsabilità della Comunità Europea nei confronti dell’Industria Italiana”, il comunicato stampa

Mercoledì 28 Giugno 2023, presso la Sala Pininfarina del Palazzo di Confindustria in viale dell’Astronomia, 30 a Roma, l’Assemblea Generale di Confindustria Cisambiente si è conclusa con un grande evento condotto da Nicola Porro: “Limiti e Responsabilità della Comunità Europea nei confronti dell’Industria Italiana”.

Tematica centrale quella riguardante l’Europa e la sua disciplina normativa che impone ai paesi membri e che spesso e volentieri viene considerata vincolante e stringente per le imprese italiane. Opportunità o svantaggio? Se ne è parlato oggi nel convegno animato dalla presenza di industriali, politici ed esperti del settore. Dopo il Saluto Istituzionale di Alessandro Della Valle (Presidente Confindustria Cisambiente) e l’introduzione al tema di Lucia Leonessi (DG Confindustria Cisambiente), il moderatore dell’evento Nicola Porro (Vice Direttore Il Giornale e Blogger) ha presentato ed interagito con tutti i relatori: Fausta Bergamotto (Sottosegretario di Stato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Gianfranco Grandaliano (Presidente PreviAmbiente), Vincenzo Marinese (Vice Presidente Vicario Confindustria Veneto Est), Stefano Sassone (Direttore Tecnico Confindustria Cisambiente), Paola Ficco (Avvocato ReteAmbiente), Sergio Fontana (Presidente Confindustria Puglia) e Susanna Ceccardi (Europarlamentare). Le conclusioni sono state curate dall’On. Vannia Gava (Vice Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica).

“Le Istituzioni europee sono entrate, in maniera pervasiva, nella vita di imprese e cittadini” ha dichiarato Stefano Sassone, Direttore Tecnico di Confindustria Cisambiente. “Negli ultimi anni la Comunità, dopo il crollo delle economie socialiste, ha realizzato una notevole espansione dei propri confini, per cui, uno degli ostacoli principali, veniva rappresentato dall’accettazione del cosiddetto acquis comunitario, ovvero l’adeguamento della propria normativa a quella da parte dei paesi nuovi entranti, e nell’ambito di questa, della politica economica e ambientale a tutela delle risorse ambientali, costituiva la principale difficoltà per l’ingresso”.

La necessità di rispettare le prescrizioni dell’ordinamento giuridico unionale implica per un’impresa la sopportazione di maggiori costi, generando effetti di “dumping”. Questo genera la maggiore competitività, sul mercato dei beni e dei servizi, da parte di imprese di altri continenti (prima tra tutte la Cina), per via dei prezzi decisamente inferiori. È così anche per l’ambiente. E non mancano esempi, anche rilevanti, in cui il Legislatore comunitario ha cambiato l’approccio Green delle nostre aziende. La “circolarità” del nostro sistema economico dipende molto dalla possibilità di dare nuova vita ai rifiuti, e in tal senso, rimane strategica la produzione di regolamenti sussidiari in grado di consentire l’attività di riciclaggio (cosiddetti regolamenti “End of Waste”).

“In questi mesi il tema delle manifatture e della produzione è diventato scottante in Europa” ha affermato il Direttore Generale di Confindustria Cisambiente Lucia Leonessi. “L’Europa rende, in qualche modo,  difficile la produzione industriale in Italia che, ovviamente, ha anche un alto numero di occupati nel settore manifatturiero. I limiti della disciplina sull’etichettatura, sugli imballaggi, sulla produzione dei PFAS, rendono ovviamente complessa non solo la gestione della produzione, ma anche dello smaltimento dei rifiuti, degli scarti e di quanto si genera utilizzando gli stessi. Pertanto la nostra Associazione – prosegue il DG Leonessi – ha valutato che sia a monte, quando si produce il prodotto, sia a valle, quando si smaltisce il rifiuto, la normativa europea sta generando un vero e proprio terremoto a livello industriale. Valutarne i rischi, i limiti e le conseguenze, è il nostro obiettivo”.

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