INTERVISTA A RAIMONDO LAGOSTENA: “MIA MADRE, L’AVVOCATO DELLE DONNE, HA FATTO TANTISSIMO CON UN DURO LAVORO. SI DEVE CAMBIARE LA MENTALITÀ REALMENTE, SOPRATTUTTO NEI GIOVANI”

L’attualità ci porta ancora una tragedia: l’omicidio brutale di Giulia Cecchettin. L’ennesimo femminicidio mette in evidenza le parole pronunciate da Tina Lagostena Bassi, le cui battaglie sono narrate proprio in queste settimane nella fiction ‘Circeo’. Nota come “l’avvocato delle donne” per il forte impegno profuso in difesa dei diritti femminili, ha patrocinato in numerosi processi con reati di abuso e stupro combattendo con grande perizia giuridica; si è battuta affinché il reato di stupro e gli abusi sulle donne fossero ascritti nel codice penale italiano tra i reati contro la persona e non più contro la morale. Abbiamo intervistato il figlio Raimondo Lagostena che ha analizzato con lucidità l’importanza delle attività portate avanti dalla madre.

Come ci si sente ad essere figlio di una delle donne più importanti dello scorso secolo Tina Lagostena Bassi definita “l’avvocato delle donne”?

“Sono sinceramente orgoglioso e grato a tutta l’attività dura, lunga e faticosa per smuovere una mentalità che ha ancora bisogno di sviluppi visti gli ultimi terribili episodi d’attualità che stiamo vedendo. Aver ottenuto i risultati raggiunti da lei è costato 20 anni di duro lavoro. I cambiamenti che ci sono stati in merito alla legge sugli stupri e sulle violenze sessuali hanno visto il loro inizio negli anni ‘70 per poi vedere luce nel ‘95. Serve costanza, attenzione e tanta perseveranza per ottenere fatti concreti”.

Il rispetto per le donne ha fatto passi in avanti nel corso degli anni ma, visti anche i recenti tragici fatti d’attualità, si deve fare molto di più. Cosa farebbe secondo lei sua madre se fosse ancora qui?

“Io credo che l’aggravamento delle pene sia assolutamente corretto considerando che la violenza sessuale non è solo fisica ma, anche, soprattutto psicologica. Nel campo in cui mia madre aveva portato l’attenzione, la denuncia purtroppo era rarissima. Qualcosa di ciò che era non è cambiato granché, la cultura degli accusati deve fare tantissimi passi avanti. La vittima non può essere considerata colpevole, in alcun modo. I femminicidi sono molto spesso la cronaca di una morte annunciata, mia madre ne parlava già nel ‘91 quando scrisse il libro “L’avvocato delle donne” raccontando 12 casi. Serve prevenzione ed è necessario essere tutelati con maggiore severità”.

Lei nel corso della sua carriera è stato giornalista, editore, produttore ed oggi il mondo è cambiato a partire dall’ambiente. Se dovesse ricominciare da zero farebbe tutto nello stesso modo?

“Io ho fatto giurisprudenza seguendo i passi compiuti dai miei genitori, anche mio padre fu di grande supporto. L’avvocatura ha forti valore ma a me sono sempre piaciute comunicazione e divulgazione, oggi non cambierei il percorso svolto. Sicuramente il modo di rapportarsi e di comunicare è cambiato moltissimo ed in modo nettamente più veloce di altre professioni. Farei comunque sempre il giornalista per divulgare i fatti e le idee migliori”.

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