Intervista al Presidente Messina di Senior Italia: “L’anziano tipo italiano e il suo rapporto con l’Ambiente”

 

Presidente Messina, che cosa è “Senior Italia” e chi rappresenta?

«Senior Italia è la federazione delle associazioni della terza età, una realtà che opera per tutelare i diritti degli anziani, per migliorare la loro qualità della vita e per valorizzare il ruolo dei senior in quanto risorsa insostituibile per la famiglia e la società, rovesciando una visione purtroppo molto diffusa che tende a rappresentarli in modo stereotipato come un “peso”.

La nostra federazione rappresenta gli anziani e le loro principali problematiche al cospetto delle istituzioni, sollecitando politiche sanitarie e sociali adeguate, in grado di favorire una sana longevità e promuovere il benessere lungo tutto l’arco della vita. Al tempo stesso ci rivolgiamo direttamente ai senior promuovendo cicli di incontri d’informazione in ambito sanitario, sulle principali patologie, sull’importanza della prevenzione e dei corretti stili di vita, sull’utilizzo delle nuove tecnologie, e organizzando campagne di comunicazione e sensibilizzazione.

A supporto della nostra azione organizziamo convegni nazionali e internazionali in collaborazione con le principali società medico-scientifiche, abbiamo un Centro Studi che elabora ricerche sui temi della salute e degli stili di vita degli anziani, e molto altro».

Com’è nata l’idea di creare questa federazione? Quanti sono gli iscritti?

«La federazione nasce nel 2006 dall’esigenza di aggregare le diverse realtà operanti nell’ambito della terza età, dando loro una voce unica, forte ed autorevole, specialmente sui temi legati alla sfera della sanità e del diritto alla salute. Oggi Senior Italia riunisce numerose associazioni per un totale di 3.700 Centri Sociali per Anziani (CSA) su tutto il territorio nazionale e conta oltre 3,8 milioni di persone aderenti».

Cosa conosce, in base alla sua esperienza, l’anziano dell’Ecologia?

«Ripetiamo spesso che gli anziani sono portatori di memoria e valori, e se parliamo di rapporto con l’ambiente questo è vero soprattutto poiché molti di loro conservano ancora un legame molto vivo con le proprie radici e con il territorio che li circonda. Non a caso nelle grandi città sono protagonisti di progetti di gestione del verde attraverso gli orti che vengono assegnati loro come luoghi di una socializzazione che passa proprio per la cura dell’ambiente».

Chi sono gli anziani oggi?

«Quello della terza età è uno scenario complesso e perlopiù ignorato. Nel mondo ogni secondo due persone compiono 60 anni, quindi la longevità di massa è la principale sfida del presente con cui i decisori, nel pubblico e nel privato, devono confrontarsi per essere efficaci. Sappiamo anzitutto che gli anziani molto spesso sono persone sole: il 48,3% delle persone che vivono da sole è costituito da over 65, pari a circa 3,7 milioni; la maggior parte non ha un titolo di studio o solo quello elementare (57,8%), oltre il 20% ha conseguito la licenza media e circa il 13% ha il diploma. Circa il 74,8% delle persone di età compresa tra i 65 e i 74 anni ha almeno una patologia cronica, percentuale che sale all’85,2% per gli over 75. I nuovi “senior” sono molto diversi da quelli di qualche decennio fa: sono sempre più attivi, dinamici, “giovani”, come confermano i geriatri, che suggeriscono di spostare la soglia della terza età oltre i 65 anni. E sono anche più “smart”, aperti alle nuove tecnologie, attivi nel loro ruolo di nonni, informati e protagonisti del volontariato».

Quanto e cosa conoscono del rifiuto?

«In generale sono più informati e più impegnati rispetto ai giovani sul fronte della raccolta differenziata e del riciclo, e questo accade nella maggior parte dei Paesi europei. Da una recente ricerca condotta in Europa nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sul riciclo del vetro “Friend of Glass” sappiamo che gli italiani sono coloro che hanno imparato meglio le buone pratiche ambientali. Se il 99% degli italiani afferma di riciclare gli imballaggi, tra questi gli over 60 riciclano tutti i loro imballaggi, facendo meglio dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni».

L’anziano portando a spasso il cane nel parco o giocando con il nipotino ai giardinetti potrebbe svolgere un ruolo di “sentinella” per il rispetto ambientale? Quanto è importante che l’educazione all’Ambiente passi anche attraverso di lui?

«È fondamentale che l’educazione all’ambiente passi attraverso gli anziani, non solo in quanto rappresentano una fetta sempre più consistente della popolazione, ma anche per il loro ruolo di educatori, di cinghia di trasmissione dei valori per le giovani generazioni. Qualche dato per comprendere meglio: oltre l’80% dei nonni con meno di 64, pur lavorando, si occupa dei nipoti; al di sopra di quella soglia di età i nonni accudiscono i nipoti mentre i genitori lavorano (25,8%), durante gli impegni occasionali dei genitori (25,1%), nei momenti di emergenza (19,0%), durante le malattie dei nipotini (11,0%) e infine nei periodi di vacanza (10,0%). Poiché non vi è modo migliore di educare che attraverso l’esempio, va da sé che dei nonni “educati” al rispetto dell’ambiente saranno il più efficace strumento di sensibilizzazione e di educazione delle nuove generazioni».

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