La gestione dei rifiuti in Italia è giunta al collasso: il grido dall’allarme di Cisambiente

Il sistema economico relativo alla gestione dei residui di produzione delle aziende manifatturiere e, soprattutto, di quelle imprese che si occupano del trattamento dei rifiuti al fine di reimmetterli come materiale recuperato nel ciclo produttivo, sta affrontando una crisi senza precedenti e sta segnando il passo di fronte all’oggettiva impossibilità di collocare, con successo, quanto gestito.

La situazione

In particolare, le Aziende del nostro settore trovano assoluta difficolta nel collocare lo scarto non riciclabile originato dalle attività di recupero dei materiali (identificato con il codice CER 19 12 12), che, se non trova sbocchi, in ordine:

  1. comporta la mancata chiusura del ciclo di vita del rifiuto;
  2. blocca le attività degli impianti di recupero;
  3. impedisce lo svolgimento delle raccolte differenziate svolte nelle nostre Città, con il concreto rischio di trasformare in discariche a cielo aperto i luoghi dove svolgiamo le nostre attività quotidiane.

In particolare tali aziende – ed il discorso si potrebbe riverberare estendere su qualsiasi tipologia di materiale esposto alle attività di recupero, ed in particolare menzione  rifiuti in carta, plastica, vetro, misti, sia di origine urbana sia speciali –  trovano oggi, stando le attuali condizioni della domanda e dell’offerta di mercato, un estrema difficoltà nel trovare acquirenti per lo scarto del riciclaggio, essendo lo standard qualitativo richiesto per la loro positiva acquisizione oggi molto elevato, sia in Italia che all’estero.

Non solo: il discorso riguarda l’intero territorio italiano. Infatti le Aziende che operano nel settore trovano tutte le medesime difficoltà, indipendentemente dalla loro sede, dal nord al sud dell’Italia.

Fino ad oggi, abbiamo “soltanto” subito un esponenziale aumento dei costi legati a smaltimento. Da qualche giorno, sta diventando difficilissimo trovare spazi.

La posizione di Cisambiente

Cisambiente non rimane insensibile al tema, incorporando in essa, proprio quelle che si curano del recupero dei residui in carta (Unirima) ed in vetro (Univetro), e della successiva collocazione sul mercato: sulla corretta valorizzazione economica del materiale così trattato, esse fondano il proprio lavoro e in relazione alla positiva creazione di un ciclo di vita dei rifiuti, basano la propria esistenza sul mercato, rafforzando il tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

La nostra Associazione richiede venga portato il problema all’attenzione dei Decisori pubblici e si possa consentire una sua risoluzione in tempi rapidi: senza un’industria del recupero in grado di funzionare correttamente, il nostro Paese non riuscirebbe a realizzare quel modello di economia circolare così tanto auspicato dalle Istituzioni comunitarie.

Le proposte

Riteniamo che una modalità per poter ovviare a questa situazione sul medio termine, possa essere quella di semplificare l’iter relativo alla concessione per la realizzazione e l’esercizio di  questa tipologia di impianti, con particolare riferimento agli impianti di predisposizione CSS a fini di recupero, discarica e gli inceneritori. Infatti da un lato esiste poca disponibilità da parte di tali impianti ad ospitare lo scarto in oggetto e dall’altro, quelli esistenti, a causa di un conseguente squilibrio tra domanda ed offerta, il livello di prezzo praticato dal destinatario del 19 12 12 risulta troppo elevato per il produttore del rifiuto: così facendo, si potrebbe ovviare a questa situazione.

Nell’immediato, è necessario portare l’attenzione sulla natura del rifiuto che, scaturendo in larga misura da varie forme di trattamento di rifiuti urbani, rimane sostanzialmente – se pure non nella classificazione  – un rifiuto urbano.

Riteniamo, pertanto, che una modalità per poter contenere in modo celere il problema, sia quella che i piani strategici regionali e, di conseguenza, i sistemi integrati di gestione rifiuti dei vari ambiti territoriali si facciano carico, accanto al conferimento del 200301 residuo, anche del conferimento del 191212 da selezione dei rifiuti urbani e assimilabili raccolti in modo differenziato all’interno dell’ambito.

Ciò de facto non comporterebbe un apprezzabile onere per il sistema ma consentirebbe, in tempi brevi, di liberare risorse nel settore della differenziata e, quindi, evitare ripercussioni negative sull’utenza / cittadinanza.

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