A seguito del Consiglio dei ministri dello scorso 6 novembre, che approva il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri viene ulteriormente riorganizzato il Ministero dell’ambiente.
Due nuovi dipartimenti
La nuova organizzazione vedrà la nascita del dipartimento per la transizione ecologica e la direzione generale per il mare, articolato in due macrostrutture:
- con la prima verrà gestita la tutela dell’ambiente, in tutte le sue componenti, all’interno del quale nascerà una nuova direzione ad hoc sul mare, oltre a quelle già esistenti su natura, dissesto e acqua;
- con la seconda struttura si gestirà la transizione ecologica, coordinando le competenze su crescita verde, economica circolare e sviluppo sostenibile.
Come viene articolata la nuova struttura
La nuova organizzazione amministrativa, realizzata senza spese, si articola ora secondo un sistema più moderno a responsabilità distribuite fondato su due Capi dipartimento, che saranno chiamati a coordinare i temi generali, e otto Direzioni generali, a presidio dei settori di competenza.
Come recita un comunicato stampa del Dicastero, i due dipartimenti saranno focalizzati rispettivamente sugli aspetti di tutela e salvaguardia ambientale e sulle politiche di transizione ecologica.
L’obiettivo perseguito con il nuovo organigramma ministeriale
Con la nuova organizzazione si va a confermare l’importanza delle azioni di salvaguardia dell’ambiente e di contrasto all’inquinamento affiancandole alle più recenti sfide di promozione di comportamenti e sistemi produttivi meno energivori e inquinanti e di stimolo a un rapporto più rispettoso con l’ambiente così da affrontare più efficacemente le svolte epocali e ormai improcrastinabili, dettate dai cambiamenti climatici. Non è un caso che uno dei due dipartimenti sia dedicato alla transizione ecologica.
La riduzione del numero delle Direzioni
Le direzioni generali invece passano da sette a otto: alle precedenti, competenti su protezione della natura, dissesto idrogeologico e acqua, economia circolare, crescita sostenibile, cambiamenti climatici e risanamento ambientale, si affianca una nuova Direzione generale per il mare e le coste, che avrà come obiettivo quella di tutelare l’ambiente marino e governare i processi partecipati della blue economy.