Adottata la nuova direttiva sulla plastica monouso

Lo scorso 27 Marzo 2019 il Parlamento Europeo ha adottato nuove regole per quanto riguarda l’utilizzo delle materie plastiche monouso per ridurre i rifiuti marini. I principali punti della riforma.

Cosa succede con l’approvazione della Direttiva

La scorsa settimana il Parlamento europeo ha approvato le ambiziose misure proposte dalla Commissione per una gestione, efficace ed ecompatibile, dei rifiuti marini originati dal consumo di dieci fra i più diffusi prodotti in materia plastica di tipo “monouso”, ovvero quelli che, con maggiore probabilità, ritroviamo sulle spiagge europee, nonché quelli originati da attrezzi da pesca abbandonati e plastiche biodegradabili.

Le norme sui prodotti e gli attrezzi da pesca in plastica monouso, che vanno a disciplinare l’utilizzo dei dieci articoli più rilevanti, di seguito elencati, la cui dispersione dà luogo al 70% delle forme di inquinamento presenti sulle spiagge e negli oceani, nelle intenzioni della Comunità, rendono l’Unione Europea come una dei soggetti che propongono una legislazione tra quelle maggiormente avanzate al mondo nella lotta globale contro i rifiuti marini.

La Direttiva trae origine dalla c.d. “strategia comunitaria sulle materie plastiche”, in cui l’obiettivo perseguito è quello di consentire il maggiore riutilizzo e riciclaggio di tutti gli imballaggi di plastica immessi sul mercato dell’UE entro il 2030, a sua volta inserita fra i punti essenziali del piano d’azione per l’economia circolare della Commissione (noto nel nostro settore, quello dell’igiene urbana, per aver “generato” le Direttive del c.d. “Circular Economy Package”), in quanto stimola la produzione e l’uso di alternative sostenibili che evitino i rifiuti marini.

In pratica, con la nuova Direttiva, sarà vietato utilizzare gli oggetti in plastica monouso come i piatti, le posate, le cannucce, i bastoncini per palloncini e i cotton fioc, altamente inquinanti, a partire dal 2021.

Le dichiarazioni

Il primo vicepresidente Frans Timmermans, responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato: “[..] abbiamo compiuto un passo importante per ridurre l’inquinamento da plastica e plastica nei nostri mari e oceani, abbiamo ottenuto questo, l’Europa sta stabilendo nuovi e ambiziosi standard, aprendo la strada per il resto del mondo.”

Il vicepresidente Jyrki Katainen, responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha aggiunto: “Una volta attuate, le nuove norme non solo prevengono l’inquinamento plastico, ma rendono l’Unione europea leader mondiale in una politica di plastica più sostenibile. Il Parlamento ha svolto un ruolo essenziale nel gettare le fondamenta di questa trasformazione e nel dare la possibilità all’industria di innovare, portando così avanti la nostra economia circolare “.

Il Commissario per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella ha concluso: “Dovremmo essere tutti molto orgogliosi di queste nuove norme perché affrontano l’inquinamento plastico marino all’origine – una delle iniziative più richieste e sostenute dall’UE tra i cittadini europei. Il voto favorevole del Parlamento oggi, il nostro compito principale sarà quello di garantire che queste misure ambiziose vengano attuate rapidamente nella pratica, che sarà un lavoro comune per le autorità pubbliche, i produttori e i consumatori allo stesso modo “.

Le misure

Ma quali sono le misure che la Comunità introduce sul punto?

Il parlamento europeo ha ratificato l’adozione delle seguenti, ambiziose, misure:

  • divieto di prodotti monouso selezionati in plastica per i quali esistono alternative sul mercato: bastoncini di cotone, posate, piatti, cannucce, agitatori, bastoncini per palloncini, tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e su tutti i prodotti fatti di plastica oxo-degradabile;
  • misure per ridurre il consumo di contenitori per alimenti e bicchieri per bevande in plastica e la marcatura e l’etichettatura specifiche di determinati prodotti.
  • programmi di responsabilità estesa per i produttori che coprono i costi per ripulire i rifiuti, applicati a prodotti come filtri per il tabacco e attrezzi da pesca.
  • obiettivo di raccolta differenziata del 90% per le bottiglie di plastica entro il 2029 (77% entro il 2025);
  • l’introduzione di requisiti di progettazione per collegare i tappi alle bottiglie;
  • entro il 2025 il 25% delle bottiglie di plastica dovrà essere composto da materiali riciclati, quota che salirà al 30% entro il 2030: in particolare le bottiglie in Pet dovranno essere fatte per il 25% da materiale riciclato dal 2025 (media per ogni stato membro), percentuale che dovrà salire al 30% entro il 2030;
  • introduzione della c.d. “responsabilità estesa” anche per i produttori di tabacchi e di attrezzi da pesca, con il risultato che gli operatori del settore pesca non debbano sostenere i costi della raccolta delle reti perse in mare.

Nella nota della Comunità Europea viene sottolineato come l’atto segue un approccio assimilabile a quello riguardante i sacchetti di plastica del 2015, che ha determinato un rapido cambiamento nel comportamento dei consumatori.

I benefici attesi

La Comunità auspica che, a pieno regime, ovvero una volta adottata da ciascuno stato membro, le nuove regole consentano:

  • di evitare l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente;
  • di evitare danni ambientali che costerebbero l’equivalente di 22 miliardi di euro entro il 2030;
  • di risparmiare ai consumatori pari a 6,5 miliardi di euro.

Il recepimento da parte dell’Italia

Gli Stati membri, fra cui anche l’Italia, a seguito della pubblicazione in GUCE, avranno due anni di tempo, per recepire la legislazione nella propria legislazione nazionale.

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