Oltre alla “Relazione su aspetti critici e fenomeni illeciti nel traffico transfrontaliero dei rifiuti”, la Commissione ecomafie ha prodotto altre significative relazioni sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliniche, sulla gestione dei rifiuti radioattivi prodotti nella attività sanitarie, e sull’applicazione e la riscossione della Tassa sui Rifiuti.
Le relazioni approvate dalla commissione Ecomafie.
Lo scorso 14 Febbraio 2018, la Commissione sulle Ecomafie ha approvato all’unanimità alcune importati relazioni sui seguenti fenomeni:
- la Relazione di aggiornamento sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliniche (PFAS) in alcune aree della regione Veneto;
- la Relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi prodotti nella attività sanitarie;
- la Relazione su aspetti critici e fenomeni illeciti nel traffico transfrontaliero dei rifiuti;
- la Relazione sull’applicazione e la riscossione della Tassa sui Rifiuti (#TaRi).
L’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliniche (PFAS) in alcune aree della regione Veneto
Sulla vicenda della vasta contaminazione da Pfas che ha colpito una parte della regione Veneto, si evidenzia che la Commissione aveva già approvato un anno fa una prima relazione: con l’aggiornamento del 14 Febbraio, vengono ulteriormente indagati alcuni aspetti del problema, recentemente emersi.
Con il documento, infatti, viene messa in luce la situazione della società Miteni, del sito inquinato e l’aspetto epidemiologico, presentando alcune conclusioni della Commissione.
Nel corso dell’inchiesta emerge come la suddetta fosse assolutamente consapevole dell’inquinamento dei terreni e della falda fin dai primi anni ‘90, senza avere mai informato gli Enti preposti, fino a quando la fonte di contaminazione è stata scoperta nel 2013. Questa contaminazione è ancora in atto, con presenza rilevante di Pfas.
Le rilevanze ambientali del fenomeno sono legate alla correlata esposizione alla fonte di contaminazione, in corso da anni, vero la popolazione dei 21 comuni della provincia di Vicenza, sia attraverso l’acqua delle falde contaminate che attraverso i prodotti agricoli.
Nella relazione la commissione prende atto di alcuni interventi adottati; in questo contesto rimane, però, irrisolta la questione della bonifica delle sorgenti di contaminazione i cui costi, ovviamente, sono a carico della società. E’ estremamente importante, quindi, agire con urgenza nei confronti della società e fissare i limiti dei Pfas nelle matrici ambientali, intervenendo sul testo unico ambientale.
I rifiuti radioattivi da attività sanitarie.
Inoltre, la Commissione ha affrontato la questione dei radioattivi originati dallo svolgimento delle attività sanitarie.
Si tratta di un argomento mai posto in agenda dalla Commissione rifiuti, e, a tal fine, è stato realizzato un censimento, analizzando sia il lato della produzione che il sistema di trattamento.
Al fine di condurre un analisi approfondita, è stato somministrato un questionario a tutte le strutture sanitarie segnalate dalla Regioni, con una copertura di più del 90%, pari a 750 unità, consentendo di ricostruire un quadro complessivo, con 2700 m2 di rifiuti prodotti nel 2015 a livello nazionale, da cui risultano le seguenti evidenze:
- l’82% dei rifiuti radioattivi sanitari vengono gestiti direttamente da chi li produce, fino al raggiungimento delle condizioni di smaltimento che quasi sempre avviene presso impianti di incenerimento in base alla normativa vigente;
- la quota restante è gestita dalla rete di operatori del servizio integrato gestito da Enea, che assicurano una corretta gestione dei rifiuti in questione.
La Commissione auspica di acquisire i dati di controllo prima dello smaltimento finale, al fine di dare un riscontro di garanzia ai cittadini sulla filiera, riguardo a un tema particolarmente sensibile come quello della gestione dei rifiuti radioattivi.
La Relazione TARI
L’attenzione della Commissione è stata posta, infine, anche sulla corretta applicazione e riscossione della TARI. Anche per questo aspetto è stata condotta un indagine di profilo quantitativo, basata su una acquisizione di dati dei capoluoghi di provincia, che sono stati elaborati dalla commissione, sull’arco temporale 2014-2015.
Emergono, in paritcolare, due questioni:
- la mancata attuazione, allo stato attuale, di un sistema di misurazione puntuale che consentirebbe di attribuire alle utenze le precise quantità corrispondenti;
- l’assenza di un dispositivo legislativo che disciplini l’assimilazione dei rifiuti speciali: in assenza, questo genera un incremento del costo qualora si allargassero eccessivamente i criteri.
Da segnalare infine il legame tra mancati introiti e la ridotta efficienza e qualità dei servizi resi ai cittadini, i meccanismi di controllo e le procedure coattive di riscossione da migliorare e il legame tra andamento della TARI e livelli raggiunti di raccolta differenziata.