Dove
Hall Sud, Stand 0072
Quando
Ore 11
Programma
Saluti Istituzionali
Lucia Leonessi, Direttore Generale Confindustria Cisambiente
Introduzione e moderazione
Stefano Sassone, Direttore Area Tecnica Confindustria Cisambiente
Intervengono
Giovanni Ronco, HTC Costruzioni e Servizi Srl – Confindustria Cisambiente
Federica Barone, Acqua&Sole Srl – Confindustria Cisambiente
Daniele Priarone, Green Eco Waste Water Srl – Confindustria Cisambiente
Il tema
La produzione dei fanghi di depurazione è l’indicatore principale dell’effettiva depurazione dello scarico trattato.
Con il Regolamento europeo 2019/1009 cambia il modo di trattare i fanghi di depurazione, i quali provengono in parte dal trattamento delle acque reflue urbane ed in parte dal circuito di quelle originate dallo svolgimento delle attività produttive.
Secondo le statistiche descrittive, più della metà (55%) di questi finiscono negli impianti di smaltimento e di conseguenza tale fase del ciclo di vita del rifiuto così creato, è superiore al recupero che si attesta sul 40%, in controtendenza con le direttive dell’Unione Europa che ha richiesto agli stati membri di ridurre l’utilizzo delle discariche.
Inoltre, in merito al materiale recuperato, il 70% viene trattato secondo l’operazione impianto R3 (riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi), di cui una buona parte viene riutilizzata all’interno di impianti di compostaggio per la produzione di fertilizzanti, ma anche in questo caso la nuova Direttiva in materia dell’Unione Europa cambia gli scenari, poiché, con essa, a seguito dell’entrata in vigore del regolamento UE 2019/1009 (16.7.2022), non verrà consentito l’utilizzo dei fanghi di depurazione e industriali per la produzione di compost quale prodotto fertilizzante UE da immettere nel mercato europeo.
Se da un lato i fanghi rappresentano una risorsa per l’agricoltura per via del buon contenuto di sostanze organiche e di minerali come azoto e fosforo, dall’altro a causa della loro potenziale contaminazione sono considerati un pericolo. Infatti, possono contenere al loro interno composti organici nocivi come inquinanti organici persistenti, interferenti endocrini, sostanze farmaceutiche e metalli pesanti.
Escluse le vie del conferimento in discarica successivo al processo di stabilizzazione-solidificazione (destinazione che riguarda principalmente i fanghi inorganici) e il riutilizzo come ammendanti in agricoltura, appare palese che la migliore soluzione dal punto di vista gestionale per i fanghi di depurazione sia il recupero energetico. Prima di essere trasformati in energia elettrica/termica, i fanghi devono essere sottoposti ad essiccamento, con questa tecnologia i fanghi sono trattati con il calore che ne riduce il volume ed il peso e quasi totalmente la presenza d’acqua. Una volta terminato quest’ultimo processo i fanghi sono a tutti gli effetti considerabili biomasse, e quindi possono essere inviati al recupero energetico in impianti di gassificazione e il calore prodotto può essere utilizzato per l’essiccatore mentre l’energia elettrica per l’autosostentamento del sistema, così da creare una vera e propria economia circolare. In questo modo si genera un circolo virtuoso che tende a mitigare gli impatti ambientali ed economici, e trasforma un problema da gestire come il fango in una risorsa da valorizzare.