Con la circolare Albo nazionale gestori ambientali del 12 Dicembre 2016, la n. 1201, vengono fornite importanti chiarimenti riguardanti i Consorzi per l’iscrizione dei mezzi di trasporto all’Albo per le categorie n. 9 e n. 10. Vediamo quali sono le novità introdotte.
E’ stato approvato il pacchetto su economia circolare con un ritocco verso l’alto degli obiettivi di riciclo proposti dalla Commissione, proposto con il rapporto dell’Europarlamente Simona Bonafé, rispetto a quanto inizialmente proposto dalla Commissione europea.
Il Parlamento europeo dovrà approvarlo, in sessione plenaria (prevista a marzo), si preannunciano nuovi obiettivi di riciclo fissati dalla Comunità, ed in particolare, dal 2030:
- per i rifiuti solidi urbani, saliranno al 70% (contro il 65% proposto dalla Commissione, con una tappa intermedia del 60% entro il 2025)
- per i rifiuti da imballaggio si passerà dal 70 all’80% tra il 2025 ed il 2030 (contrariamente alla proposta originaria del 75%);
- nelle discariche non potranno più essere conferiti i rifiuti urbani in misura superiore al 5%: in particolare la versione licenziata dalla Commissione ambiente propone uno step intermedio, un tetto del 25% al 2025.
inoltre, i paesi membri dovranno raccogliere in modo differenziato anche l’umido tra i rifiuti domestici.
Sul fronte della prevenzione, è stata chiesta l’adozione di un ambizioso, seppur volontario, target di riduzione dello spreco alimentare del 50% entro il 2030.
Viene infine eliminata dal pacchetto la previsione per cui i sistemi di raccolta differenziata (con riferimento ai flussi dell’organico, della carta, della plastica, del vetro e dei metalli), debbano realizzarsi solo laddove ciò sia “tecnicamente, economicamente ed ambientalmente praticabile”.
L’emendamento votato dalla Commissione Ambiente della UE
La produzione di RSU, generata per la maggior parte dai consumi domestici, rappresenta il 10% del totale dei rifiuti generata in Europa. Negli anni che vanno dal 2004 al 2014, tale quota è diminuita del 3% in termini assoluti. Comunque, la situazione tra i vari paesi membri è stata difforme: laddove la Danimarca, sostanzialmente ha incrementato la quantità di tale flusso prodotto pro-capite, altri stati membri, come la Spagna, l’hanno ridotta considerevolmente.
Con l’emendamento vengono innalzati all’80%, rispetto al passato, i target di riciclaggio al 2030 per gli imballaggi.
Attualmente, nell’Unione europea, il ricorso alle discariche per i rifiuti non trattati è proibito, e la quota di rifiuto urbano biodegradabile inviato in questi impianti è limitato ad una quota inferiore al 35 di quella del 1995. Comunque, la maggior parte dei Paesi UE si collocano al di sotto dei targets attuati, e ben 16 di questi hanno ottenuto deroghe al loro raggiungimento. Nel 2014 paesi come Austria, Belgio, Danimarca, Germania, i Paesi bassi e la Svezia, non hanno virtualmente inviato rifiuti in discarica, mentre altri, come Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta, ancora riservano questo destino al rifiuto prodotto per più del 75%. La Commissione proporrà sul tema del conferimento in discarica per questo tipo di flusso di rifiuto, quello solido prodotto in ambito urbano, un tetto pari al 10% del quantitativo totale prodotto entro il 2030.
Quasi la metà dei rifiuti solidi urbani prodotti all’interno della Comunità Europea (il 44%) viene riciclato, ovvero recuperato come materia oppure sottoposto al procedimento di compostaggio. Le statistiche segnano un incremento favorevole tra il 2014 e il 2004, quando l’aliquota era ferma al 31%, mentre il target fissato dalla Legislazione comunitaria impone il raggiungimento del 50% entro il 2020 (vedi box a lato).
Lo scorso martedì 24 gennaio, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato in merito ad un emendamento riguardante una proposta della Commissione europea sulla gestione dei rifiuti, il c.d. “pacchetto rifiuti”, il quale rappresenta una delle priorità 2017 per la Comunità.
Il testo approvato verrà sottoposto all’Assemblea plenaria, in vista del negoziato con Commissione e Consiglio, a partire dal prossimo 13 marzo. Così promosso, il pacchetto diventerà oggetto dei negoziati a tre con Commissione e Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue, fino alla ratifica della versione definitiva.
Con il Testo Unico Ambiente, D.Lgs. n. 152 del 29 Aprile 2006, ed in particolare con il quarto correttivo (D.Lgs. n. 205 del 25 Dicembre 2010), viene riformulato il contenuto dell’articolo 181, recante “Riciclaggio e recupero dei rifiuti”. In particolare, con l’obiettivo di “[…] promuovere il riciclaggio di alta qualità e di soddisfare i necessari criteri qualitativi per i diversi settori del riciclaggio, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, le regioni stabiliscono i criteri con i quali i comuni provvedono a realizzare la raccolta differenziata in conformità a quanto previsto dall’articolo 205”, recante “misure per incrementare la raccolta differenziata” (che fissa, tra le altre cose gli obiettivi di raccolta differenziata solamente fino al 2012, non intervenendo successive modifiche), il Legislatore, oltre a prevedere per l’anno 2015 un obbligo, per le autorità competenti (con particolare riferimento agli Enti locali), di realizzare una raccolta differenziata almeno carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno, prescrive ad esse di adottare le misure necessarie per conseguire determinati obiettivi, fra i quali si ricorda quello fissato al 2020, per cui la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, dovrà essere innalzata complessivamente almeno al 50% in termini di peso.
I vantaggi
Si stima che il pacchetto sull’economia circolare, una volta implementato al lordo delle modifiche applicate, sia in grado di creare 580 mila posti di lavoro entro il 2030 e risparmi per le imprese europee pari all’8% del fatturato annuo, pari a 72 miliardi, grazie a un uso più efficiente delle risorse, ovvero ad una correlata riduzione delle importazioni di materie prime, riducendo nel contempo l’emissione di gas serra del 2-4%.
Le motivazioni
Nell’ambito di precedenti risoluzioni, il Parlamento ha invocato l’adozione di traguardi più ambiziosi rispetto a quelli fissati nel passato. Il voto favorevole della Commissione rappresenta il primo passo verso le vere e proprie negoziazioni, che verranno intrattenute secondo la normativa vigente, con Commissione e Consiglio. Nonostante tutto, rimane ancora è elevato il quantitativo inviato a discarica oppure ad incenerimento, e in tale ottica si deve interpretare il tentativo di contenere tale destinazione, attraverso la ricerca di nuovi e piu’ ambiziosi traguardi da parte della UE. Le nuove proposte votate dalla Commissione ambiente della Comunità mirano ad un gestione dei rifiuti più efficiente e concreta, e, nelle intenzioni, ciò rappresenterebbe il primo passo verso un economia circolare, dove la maggior parte dei prodotti e materiali, se non tutti, sono riciclati o riutilizzati di nuovo (mediante riparazione, controllo e riciclo). La migliore gestione del rifiuto è la strada per maggiori benefici a favore dell’ambiente, della salute pubblica, e anche dell’economia se questo diventa una risorsa, ovvero una fonte di guadagni. Ad esempio, se il 95% dei telefonici usati fossero riutilizzati, i risparmi sulle materie prime sarebbe pari ad 1 bilione di €. Il pacchetto in esame da parte della Commissione include quattro direttive separate, riguardanti rispettivamente rifiuti, discariche, imballaggi e riciclo di batterie, veicoli e dispositivi elettronici.
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