Nell’ambito del Green Deal europeo e della strategia industriale UE pubblicata nel marzo scorso, la Comunità europea ha varato nuova Strategia sulle materie prime critiche, relativa alla gestione delle materie prime essenziali per il funzionamento e l’integrità di una vasta gamma di ecosistemi industriali.
Di cosa si tratta
La Strategia, che non ha valore legislativo e dunque non seguirà un iter di emendamento del testo in Parlamento, né in Consiglio, prende spunto dall’iniziativa “materie prime” dell’UE[1], e definisce i seguenti temi:
- l’elenco delle materie prime critiche per l’UE del 2020 (“critical raw materials”), ovvero quelle più importanti dal punto di vista economico e che presentano un elevato rischio di approvvigionamento;
- le sfide per un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e le azioni necessarie per rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica aperta dell’UE.
Quali sono le materie critiche
Nel testo (v. approfondimento al termine dell’articolo), vengono poste in evidenza le problematiche da queste originate, sottolineando come metalli, minerali e materiali naturali vengano, indipendentemente dalla nostra volontà, a costituire parte integranti della nostra vita quotidiana, ovvero essenziali per il funzionamento e l’integrità di una vasta gamma di ecosistemi industriali[2].
L’importanza dell’argomento viene giustificata in funzione della possibilità di fruire tali risorse, identificata come una questione di sicurezza strategica per realizzare il Green Deal, varato nel Dicembre 2019 dalla UE.
Critical raw materials e strategia industriale europea
In tale contesto, la nuova strategia industriale per l’Europa propone di rafforzare l’autonomia strategica aperta dell’Europa sottolineando come, con la transizione dell’industria europea verso la neutralità climatica, la dipendenza attuale dai combustibili fossili potrebbe essere sostituita da una dipendenza dalle materie prime, molte delle quali provenienti dall’estero e per le quali la concorrenza mondiale diventa più intensa.
L’autonomia strategica aperta dell’UE in questi settori, si sottolinea nell’atto di riferimento:
- dovrà pertanto continuare a essere ancorata ad un accesso diversificato e senza distorsioni ai mercati globali delle materie prime.
- dovrà consentire la risoluzione del problema di fondo del rapido aumento della domanda di risorse globali riducendo e riutilizzando i materiali prima di riciclarli, al fine di consentire la riduzione delle dipendenze esterne e delle pressioni ambientale.
Cambiamenti climatici ed emissioni
Infatti, l’enorme esigenza di risorse (energia, prodotti alimentari e materie prime) sta esercitando una pressione estrema sul pianeta e causa la metà delle emissioni di gas a effetto serra e oltre il 90 % della perdita di biodiversità e dello stress idrico. L’estensione dell’economia circolare contribuirà in modo significativo al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 e alla dissociazione della crescita economica dall’uso delle risorse, mantenendo quest’ultimo entro i limiti del pianeta.
L’accesso alle risorse e la sostenibilità sono fondamentali per la resilienza dell’UE in relazione alle materie prime. Il conseguimento della sicurezza delle risorse richiede un’azione volta a diversificare l’approvvigionamento da fonti sia primarie che secondarie, ridurre le dipendenze e migliorare l’efficienza delle risorse e la circolarità, anche per quanto riguarda la progettazione sostenibile dei prodotti. Ciò vale per tutte le materie prime, compresi i metalli comuni, i minerali industriali, gli aggregati e i materiali biotici, ma è ancora più necessario per quanto concerne le materie prime critiche per l’UE.
UE dipende dall’esterno per l’approvvigionamento delle materie prime critiche
Il documento contiene anche una valutazione politica dei risultati di uno studio di assessment, con il quale viene valutata la dipendenza europea da materie prime, il loro impiego nella catena del valore industriale e le azioni necessarie per garantirne l’approvvigionamento, soprattutto quando che presentano un elevato rischio di accesso in Paesi terzi, nel corso del quinquennio 2015-2020.
Viene alla luce la crescente preoccupazione per il predominio della Cina nei mercati dei metalli industriali comuni, aggiungendosi al controllo delle terre rare utilizzate nell’elettronica di consumo e nelle turbine eoliche. In ragione di ciò, nell’elenco sono stati aggiunti anche bauxite, principale minerale da cui si ricava l’alluminio, e titanio, ampiamente utilizzato nell’industria aerospaziale[3].
In ragione di quanto emerso dallo studio, la Strategia indica che la transizione dell’UE verso la neutralità climatica potrebbe sostituire l’attuale dipendenza dai combustibili fossili con una dipendenza dalle materie prime, di cui molte delle quali provengono da Paesi terzi.
L’elenco delle materie prime critiche
Nel documento viene riportato l’elenco, aggiornato ogni tre anni (siamo giunti alla quarta versione)[4].
Gli obiettivi della strategia
Con la strategia, la Comunità europea mira a:
- sviluppare catene di valore resilienti per gli ecosistemi industriali dell’UE;
- ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche primarie attraverso l’uso circolare di risorse, prodotti sostenibili e innovazione;
- rafforzare l’approvvigionamento interno di materie prime nell’UE;
- diversificare l’approvvigionamento da paesi terzi ed eliminare le distorsioni al commercio internazionale, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali dell’UE.
In tal senso, vengono proposte propone dieci azioni per rendere l’approvvigionamento di questi materiali più sicuro e sostenibile, tra cui il lancio di una “Alleanza europea per le materie prime”, un gruppo industriale (sul modello di quanto già in corso per le batterie elettriche e l’idrogeno) che individuerà barriere, opportunità e casi di investimento.
Altre azioni includono l’identificazione e il finanziamento di opportunità minerarie in Europa, la ricerca sul trattamento dei rifiuti e la sostituzione del materiale e lo sviluppo di partnership internazionali strategiche per garantire un approvvigionamento diversificato, a partire da una prima partnership pilota con il Canada, i Paesi interessati in Africa e nel vicinato dell’UE nel 2021.
Approfondimenti
Per una lettura del documento, cliccare qui
[1] Comunicazione COM(2008) 699 final. L’iniziativa ha stabilito una strategia per ridurre le dipendenze dalle materie prime non energetiche per le catene del valore industriali e il benessere sociale diversificando le fonti delle materie prime primarie provenienti da paesi terzi, rafforzando l’approvvigionamento interno e sostenendo l’approvvigionamento di materie prime secondarie attraverso l’efficienza delle risorse e la circolarità.
[2] Ad esempio il tungsteno fa vibrare i telefoni, il gallio e l’indio sono parti integranti della tecnologia a diodi elettroluminescenti (LED) presente nelle lampade, i semiconduttori hanno bisogno di silicio metallico e le celle a idrogeno e le celle elettrolitiche necessitano di metalli del gruppo del platino.
[3] Secondo la Commissione, fino al 93% del magnesio dell’UE, utilizzato in prodotti che vanno dai sedili delle auto ai laptop, proviene dalla Cina. Il Brasile invece fornisce l’85% del niobio dell’UE, una parte cruciale delle leghe di acciaio utilizzate nei motori a reazione, travi e oleodotti. La quasi totalità delle forniture di borato dell’UE, utilizzate nei ritardanti di fiamma e nell’industria petrolifera, proviene dalla Turchia. La Cina domina la lavorazione di tutti questi materiali, rendendo diverse industrie europee dipendenti dai fornitori cinesi. Mentre più del 60% del cobalto proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, più dell’80% viene raffinato in Cina prima di essere trasformato in prodotti chimici per batterie. Per il litio, quasi tutta la fornitura proviene dall’Australia ma viene elaborata in Cina.
[4] La lista contiene 26 materie prime già presenti nel 2017 (afnio, antimonio, barite, berillio, bismuto, borato, carbone da coke, cobalto, fluorite, fosforite, fosforo, gallio, germanio, gomma naturale, grafite naturale, indio, magnesio, metalli del gruppo del platino, niobio, scandio, silicio metallico, tantalio, terre rare leggere e pesanti, tungsteno, vanadio) e 4 nuove materie (bauxite, litio, titanio, stronzio), mentre è stato rimosso l’elio.