Rifiuti tessili: la UE accelera sul riuso

Con una risoluzione del Parlamento del 1° Giugno 2023, la UE fissa una strategia per prodotti tessili sostenibili e circolari. Previsti target di riuso e riciclo. Vediamo contesto della risoluzione e obiettivi previsti.

Le considerazioni del parlamento

Il Parlamento europeo muove da alcune significative considerazioni riguardanti il tessile.

Il notevole incremento della produzione di tessile

La produzione tessile mondiale è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015.

Nello stesso periodo la durata di utilizzo degli indumenti è diminuita del 36 %(11); che si prevede che, entro il 2030, il consumo globale di indumenti e calzature aumenterà del 63 %, passando dai 62 milioni di tonnellate attuali a 102 milioni di tonnellate; che l’abbigliamento rappresenta la quota maggiore del consumo tessile dell’UE (81 %)(12); che la tendenza a utilizzare capi di abbigliamento per periodi sempre più brevi prima di gettarli via è il principale fattore che contribuisce a modelli insostenibili di sovrapproduzione e consumo eccessivo(13); che tra il 1996 e il 2018 la spesa media delle famiglie per l’abbigliamento è aumentata, nonostante i prezzi dell’abbigliamento nell’UE, tenuto conto dei tassi di inflazione, siano diminuiti di oltre il 30 %; che non è possibile mantenere le attuali tendenze di consumo di prodotti tessili se miriamo a realizzare una transizione equa e giusta verso la neutralità climatica; che recenti ricerche indicano l’esistenza di livelli diversi di responsabilità a seconda dei diversi gruppi di reddito per quanto riguarda l’impronta di carbonio derivante dal consumo associato alla moda(14); che le fibre sintetiche e artificiali rappresentano già più dei due terzi (64 %)(15) della produzione mondiale totale di fibre.

L’informazione diretta ai consumatori deve essere attendibile

Il Parlamento sottolinea l’esigenza di informazioni attendibili e valide. Sottolinea, infatti, nella risoluzione, come i consumatori concordino sull’importanza di condividere informazioni attendibili sull’impatto ambientale dei loro prodotti da parte dei Produttori, e che la maggior parte dei consumatori è disposta a modificare i propri modelli di acquisto in favore di opzioni sostenibili, a condizione di disporre di etichette chiare e affidabili.

Questo può contribuire a orientare la domanda verso indumenti di qualità meno dannosi per l’ambiente e i lavoratori: fornire opportune informazioni, consente di ridurre la pratica del greenwashing.

Occorre inoltre considerare che, il ricorso a fibre e tessuti più sostenibili o a opzioni che tengano conto dei risvolti etici, può rappresentare solo una piccola percentuale delle offerte di un marchio, mentre la maggioranza delle operazioni prosegue in uno scenario di ordinaria amministrazione.

Troppi rifiuti tessili in discarica

Inoltre la risoluzione pone l’accento sulla questione smaltimento di tali rifiuti: ogni anno, nel mondo vengono generati 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, la cui stragrande maggioranza finisce in discarica. Nel territorio dell’Unione ogni anno vengono buttati via 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili, ovvero 11 kg a persona, con capi di abbigliamento generalmente indossati solo sette o otto volte.

Altro aspetto non circolare, attiene il fatto che i rifiuti tessili rappresentano una delle componenti più importanti dei rifiuti urbani e sono pertanto soggetti agli obiettivi di riciclaggio stabiliti dalla direttiva 2008/98/CE, ma che non sono stati fissati obiettivi specifici di riciclaggio per i prodotti tessili: meno dell’1 % di tutti i prodotti tessili a livello mondiale è riciclato in nuovi prodotti.

Gli obiettivi

Con la risoluzione, si richiede l’individuazione di obiettivi quantitativi che riguardano il tessile, sia quando non è diventato rifiuto (riuso), sia quando invece lo è (raccolta, riciclo, fine dei conferimenti in discarica): con la risoluzione in esame, il Parlamento europeo vuole siano introdotti nella futura revisione della direttiva rifiuti anche target di riciclo e riuso dei rifiuti tessili, esprimendo una valutazione positiva in merito alla proposta di regolamento sull’ecodesign dei prodotti,  e stressando sull’opportunità di adottare in via prioritaria le specifiche di progettazione ecocompatibile per tutti i prodotti tessili e calzaturieri.

Il Parlamento evidenzia l’urgenza di garantire che i prodotti tessili immessi sul mercato dell’UE siano durevoli, riutilizzabili, riparabili, riciclabili, composti in ampia misura da fibre riciclate e privi di sostanze pericolose; sottolinea che i prodotti tessili dovrebbero essere fabbricati in maniera rispettosa dei diritti umani e sociali, dell’ambiente e del benessere degli animali.

A tale scopo invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure per porre fine alla fast fashion(moda veloce), poiché i livelli di produzione e consumo attuali non sono sostenibili.

In tal senso, il primo passaggio era avvenuto con la Strategia europea presentata lo scorso 30 marzo 2022, per un tessile sostenibile e circolare, in cui la Commissione aveva definito la medesima nell’ambito di un pacchetto di quattro proposte, una delle quali riguarda proprio questa categoria di rifiuti: con la risoluzione il Parlamento accoglie con favore la comunicazione e sottolinea che le azioni successive alla pubblicazione della strategia dovrebbero essere pienamente in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione, in particolare con quello di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050, di arrestare e invertire la tendenza alla perdita di biodiversità, nonché di azzerare l’inquinamento per un ambiente non tossico.

A tal proposito verrà introdotto, nel regolamento ecodesign, il divieto di distruzione di prodotti tessili invenduti e restituiti. 

Ultime news